La produzione di tappeti di Tabriz comprende manufatti che variano molto di qualità, spaziando da esemplari più ‘commerciali’ ed economici fino a veri e propri capolavori realizzati in seta e lana pregiata e dall’annodatura fittissima.
Qui, infatti, troviamo laboratori d’eccellenza sotto la direzione di ustad di talento e prestigio quali Bènam, Golamhosein Khiaibani e Gholi Nami, che creano tra i più preziosi e raffinati nonché innovativi manufatti iraniani.
Capoluogo dell’Azerbaijan iraniano, Tabriz è situata in una valle in mezzo alle montagne ad un’altitudine di 1350 m. a circa 600 km. ad ovest della capitale.
Ricca di monumenti che ne testimoniano il passato glorioso, fu la capitale sia sotto la dominazione dei Turchi selgiuchidi che durante la successiva invasione dei Mongoli ilkhanidi. Conquistata dai Persiani, nel 1502 divenne nuovamente capitale, questa volta dell’Impero safavide fondato da Ismail I. Venne poi conquistata dagli Afgani e infine dai Russi fino al 1946 quando entrò a far parte dell’Iran.
Ai Russi si deve la ferrovia, di rilevante importanza per il commercio, che ancora oggi la collega con i territori dell’ex Unione Sovietica. La dominazione russa ha lasciato anche una forte influenza sulle architetture della città mentre la sua popolazione di azeri, che costituiscono la più numerosa delle minoranze etniche dell’Iran, parla un dialetto turco. Qui peraltro vive, sin dalle origini del cristianesimo, una nutrita comunità armena che ha dotato la città di un numero cospicuo di splendide chiese, alcune già citate da Marco Polo nelle sue memorie. La manifattura dei tappeti è per questa zona ancora oggi una delle attività principali, affiancata dalla lavorazione di gioielli e di argenti.
La tradizione di annodatura dei tappeti risale, anche in questo caso, al periodo safavide, in particolare allo Shah Ismail I (1487-1524) che fece di Tabriz non solo la capitale del regno, ma anche della produzione di questi capolavori, impiantandovi le manifatture reali che realizzarono esemplari di straordinaria bellezza conservati oggi nei musei di mezzo mondo.
Dopo un periodo di relativo declino conseguente al tramonto dell’impero savafide, la produzione conobbe un nuovo periodo d’oro nella seconda metà del XIX secolo, allorché, come già ricordato altre volte, la crescente richiesta del mercato occidentale diede nuovo impulso alla produzione, soprattutto quella più raffinata e pregiata. Così vennero fondati nuovi laboratori specializzati nell’annodatura di manufatti di altissima qualità destinati all’esportazione. Il commercio dei tappeti divenne così lucroso da suscitare l’interesse di compagnie straniere che ne monopolizzarono la commercializzazione (principalmente la Ziegler e la Petag – Persiche Teppiche Aktien Geselschaft).
Oggi, una produzione diffusa in città e nelle zone limitrofe consente la realizzazione di tappeti che variano molto di qualità, spaziando da esemplari più ‘commerciali’ ed economici fino a veri e propri capolavori realizzati in seta e lana pregiata e dall’annodatura fittissima. Il successo di questo commercio ha favorito anche, d’altro canto, la nascita di laboratori d’eccellenza sotto la direzione di ustad di talento e prestigio quali Bènam, Golamhosein Khiaibani e Gholi Nami, che creano tra i più preziosi e raffinati nonché innovativi manufatti iraniani.
L’annodatura dei Tabriz può essere realizzata sia con il nodo simmetrico o asimmetrico; l’ordito è in cotone o in seta; il vello, in lana pregiata o seta, soprattutto negli esemplari più preziosi, è molto basso. La richiesta di manufatti di basso costo per le fasce di mercato più commerciali ha incentivato, purtroppo, negli ultimi anni anche una produzione di tappeti Tabriz con lane tabbakhi, di scarsa qualità, ruvide ed opache, annodate con nodi gioftì (o jufti), molto più veloci da eseguire ma molto meno resistenti.
La classificazione della qualità (e della conseguente quantificazione del valore) dei Tabriz segue il raj, ossia l’unità per contare il numero di nodi e che equivale a circa 7 centimetri di larghezza. Con un rapido conto, si vedrà che, quindi, se nei tappeti con denominazione 40raj vi sono circa 400 – 500.000 nodi/mq nei tappeti 70raj si arriva a circa 800.000-1.000.000 di nodi/mq.. E’ chiaro che più è elevato il numero dei nodi per raj più è pregiato e raro il tappeto e pertanto per avere una buona qualità è necessaria almeno una densità di 60 nodi per raj. Gli esemplari più prestigiosi possono raggiungere i 90 nodi/raj (90raj).